Ultimo aggiornamento: 07/1/24, 18:24 - Autore: u/Ab-Urbe-Condita
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La relazione tra i tassi e i prezzi dei bond
INTRODUZIONE
Direttamente da qui
Leggo spesso sul sub discussioni sulla duration delle obbligazioni e sull’effetto che causa sulle oscillazioni di prezzo dei bond, soprattutto su quelli ultralunghi come i famosi Austria 2120 e 2117.
Questo post cercherà di chiarire un aspetto fondamentale sulla duration che noto che molti non hanno capito.
COS’È LA DURATION?
La duration è la sensibilità di un bond rispetto al suo RENDIMENTO, non rispetto ai tassi della Banca Centrale.
La formula Variazione di prezzo bond = Duration * Variazione tassi BCE/FED è quasi sempre ERRATA.
Usando un esempio, dire che il bond Austria 2120 (con duration oggi 50) aumenterà di 50 di prezzo quando la BCE abbasserà i tassi dell’1% è una balla clamorosa.
Per chiarire meglio: L’andamento del rendimento di un bond ha proprietà molto diverse a seconda se parliamo di bond a breve o a lungo termine.
Si parla infatti di curva dei rendimenti per visualizzare in modo molto comodo tutti i rendimenti alle varie scadenze in un unico grafico, mettendo sull’asse y i rendimenti e sull’asse x le diverse scadenze [Figura 1]. La parte sinistra e destra della curva dei rendimenti sono influenzate da fattori macroeconomici molto diversi.
PARTE SINISTRA: è influenzata pesantemente dai tassi fissati dalla banca centrale. Le banche centrali fissano il tasso di interesse a cui le banche commerciali si scambiano denaro tra loro a brevissimo termine, tipicamente per un solo giorno. Fissando il prezzo di un prestito giornaliero, le banche centrali influenzano direttamente i rendimenti risk-free a breve e brevissimo termine. I bond investment grade che hanno durata tra 1 giorno e 2 anni circa hanno rendimenti pari o molto vicini al tasso fissato dalla banca centrale.
PARTE DESTRA: è influenzata quasi esclusivamente dalle aspettative di inflazione e crescita economica di lungo termine. Acquistare un bond a lungo termine assicura un cash flow per molti anni e deve dunque scontare quello che il mercato si aspetta in termini di inflazione e sviluppo economico. Le banche centrali NON possono manipolare questi rendimenti di lungo termine con metodi convenzionali come la variazione dei tassi. L’unico modo che avrebbero è acquistare/vendere volontariamente bond sul mercato per aumentare/diminuire il prezzo dei titoli e quindi il loro rendimento (Quantitative Easing e Quantitative Tightening).
Per calare questi concetti nella pratica, vediamo un breve riassunto degli ultimi anni di politica monetaria USA.
Prima del COVID la curva dei rendimenti aveva più o meno una pendenza positiva [Figura 2]. I rendimenti a lungo termine erano più alti di quelli a breve, una cosa intuitiva in condizioni di mercato normali: se blocco soldi per più tempo voglio un rendimento annuo più elevato.
Scoppiata la crisi pandemica, la Federal Reserve ha portato a zero il tasso di sconto e ha, come abbiamo ora capito, trascinato verso il basso i rendimenti di breve termine. I rendimenti di lungo termine sono scesi anch’essi per via delle aspettative di inflazione bassissime, per i massicci programmi di acquisto della FED (Quantitative Easing) e per la seguente recessione che ha incentivato l’acquisto di asset sicuri come i titoli di Stato. [Figura 3].
Le politiche fiscali espansive, i tassi a zero, il risparmio privato accumulato, le catene di approvvigionamento distrutte e poi la crisi energetica hanno innescato nel 2021 e 2022 una veloce pressione inflazionistica. Le banche centrali hanno dovuto rispondere innalzando nuovamente i tassi di interesse per rallentare la domanda e la salita dei prezzi. Effetto? I rendimenti di breve termine sono risaliti di pari passo mentre quelli di lungo termine sono saliti un po’ meno, causando quella che viene chiamata curva dei rendimenti piatta o addirittura invertita [Figura 4], in cui la parte sinistra rende di più della destra.
È in questa fase che i prezzi dei bond in dollari ed in euro, diventati elevatissimi nel 2021, sono crollati.
Ed ecco che arriviamo ad oggi.
Nella seconda metà del 2023 l’inflazione ha mostrato chiari segni di discesa e le banche centrali cominciano a discutere i piani di riduzione dei tassi, che se lasciati alti per troppo tempo rischierebbero di danneggiare troppo l’economia.
In questi mesi di ottimismo i mercati hanno prezzato già i primi tagli dei tassi per l’anno prossimo e già da qualche tempo abbiamo visto una discesa dei rendimenti sia a breve che a lungo termine. Nel 2024 e 2025, a meno di disastri improvvisi, dovremmo avere una curva di forma più normalizzata e con una pendenza nuovamente positiva [Figura 5].
E nel mentre vediamo anche troppi utenti che hanno investito in bond a lungo termine che credono a una qualche relazione matematica certa che li farà diventare ricchi non appena Powell o Lagarde pronunceranno la frase “cut rates”.
—> La duration non vi darà alcuna indicazione di quanti soldi farete. La duration semplicemente indica quanto, a partire dal prezzo attuale, il bond guadagnerà a seguito della variazione dell’1% del SUO RENDIMENTO, non a seguito di dove andranno i tassi.
CONCLUSIONI
Riassumendo, i takeaways di questo post sono:
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I tassi di interesse della banca centrale NON impattano direttamente i prezzi dei bond a lungo termine.
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Non c’è alcuna formula matematica che possa prevedere quanto un bond a 20-30-100 anni guadagnerà a seguito di cosa diranno Powell e Lagarde.
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La relazione ΔPrezzo = Duration * ΔTassi BC è valida SOLO per i bond a brevissima scadenza. Questo perché, come abbiamo visto, nei bond a breve termine i tassi delle banca centrale e i rendimenti coincidono, quindi possiamo sostituire nella formula al posto dello Yield il tasso BCE/FED senza commettere grossi errori. Nei bond lunghi questa regola salta completamente.
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I bond a lunga scadenza sono in totale balia di quanta inflazione si aspettano gli investitori nei prossimi anni e per quanto a lungo dureranno le politiche restrittive delle banche centrali. Possiamo certamente dire che una banca centrale che abbassa i tassi lo fa perché l’inflazione sta scendendo e che quindi anche i bond lunghi ne beneficiano, ma sono movimenti indipendenti e non prevedibili a priori.
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I bond austriaci che tutti noi abbiamo in portafoglio sono una totale lotteria. Impossibile fare previsioni sui loro movimenti e anche uno starnuto sui mercati li può fare schizzare in alto o in basso di prezzo.
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La duration è solo accrocchio matematico approssimativo, utile solo per prevedere i movimenti di prezzo dei bond brevissimi. Con i bond a lungo termine e vi farà fare previsioni sbagliate se non la sapete usare.
Se volete leggere la mini guida sulle obbligazioni:
Se invece volete approfondire cosa sia la duration, lo trovate qui:
Scritto da: u/Ab-Urbe-Condita - Ultima revisione: u/emish89
Originariamente pubblicato il 28/12/23, 19:45 e aggiornato l'ultima volta il 07/1/24, 18:24
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